Probabilmente sei al corrente del fatto che chi installa un impianto fotovoltaico a casa propria fa del bene alla comunità perché riduce le emissioni di CO2 e aiuta a ridurre le importazioni di energia dall'estero.
Ovviamente, c'è dell'altro.
Sapevi che grazie
alla detrazione al 50% abbinata allo scambio sul posto, l'investimento in un
impianto può ripagarsi da solo in circa 4 anni?
Poiché i
pannelli di ultima generazione offrono un rendimento di qualità per almeno 30
anni, ogni euro investito nel fotovoltaico può produrre un ritorno cumulato di
almeno cinque volte l'investimento iniziale.
Però, per
garantirsi un buon profitto è bene farsi proporre una soluzione su misura,
verificando anche la capienza fiscale richiesta.
Conviene poi
confrontare più preventivi gratuiti, da specialisti del settore selezionati in
base alle caratteristiche del proprio caso, in modo da trovare la proposta più
adatta.
Perché è cambiato il mercato e qual è il giusto modo per approfittarne?
Nel 2022,
con la rincorsa al fotovoltaico che ha portato a oltre 205 mila impianti installati
in Italia, si era dovuto prendere atto di un significativo aumento dei prezzi, di
ritardi nelle consegne e del fatto che l'attenzione dei progettisti era rivolta
soprattutto a risolvere i problemi burocratici.
Ma ora ci
sono 3 buone notizie:
a) il
prezzo dei moduli si è abbassato, perché i produttori internazionali sono
riusciti a incrementare la produzione, eliminando anche i ritardi nei tempi di
consegna;
b) si è
abbassato il prezzo delle installazioni perché, terminato nel
febbraio 2023 il meccanismo dello sconto in fattura, le aziende non hanno più i
costi finanziari che portavano a rincari anche del 35%;
c) la
qualità della progettazione torna un elemento a vantaggio di chi investe
adesso. Superbonus e sconto in fattura avevano portato a logiche di
progettazione più incentrate sulla burocrazia. Adesso i progettisti sono
nuovamente liberi di configurare ciascuna installazione per ottimizzare il
beneficio economico portato al cliente.
Ecco le 3 novità che aumentano il profitto dell'impianto
Durante gli
anni, gli operatori del settore hanno sviluppato novità e soluzioni per
aumentare la convenienza di un impianto fotovoltaico. Ad esempio:
1) le
pompe di calore permettono di sfruttare l'energia dai pannelli fotovoltaici
per produrre gratuitamente acqua calda, riscaldamento e climatizzazione estiva;
2) gli
ottimizzatori sono dispositivi intelligenti che possono aumentare la resa
dell'impianto del 20-25%, aiutandoti a produrre più energia e quindi ad aumentare
i ricavi;
3) gli
accumuli permettono di conservare l'energia prodotta e non consumata
sul momento. Oltre agli accumuli elettrici esistono anche quelli termici,
grazie ai quali una famiglia media può interamente coprire il fabbisogno di
acqua calda nei mesi che vanno da aprile a ottobre.
C'è poi chi
sta approfittando della domotica per il risparmio energetico, che
permette di attivare in automatico elettrodomestici come lavastoviglie o
lavatrice nel momento in cui i pannelli solari producono più energia.
Ma c'è anche
chi sfrutta l'energia del proprio impianto fotovoltaico per alimentare i
fornelli a induzione o le colonnine di ricarica per l'auto elettrica.
Tutto quello che devi sapere su prezzi e incentivi
L'incentivo
più comune è la detrazione del 50% abbinata allo scambio sul posto, che
remunera l'energia immessa in rete. La detrazione al 50% viene ripartita in 10
anni.
Gli
eventuali accumulatori accedono alla detrazione del 50%, mentre le pompe di
calore possono accedere all'ecobonus 65%.
Nel caso di
una villetta il tipico impianto per una famiglia di 3-4 persone è quello da
3kW. Chiavi in mano costa circa 6 mila euro, sui quali applicare la detrazione del
50%. La detrazione fiscale risultante è di circa 300 euro all'anno per 10 anni.
Nel caso
specifico di una famiglia dai consumi medio-alti, una soluzione talvolta
apprezzata è composta da:
- impianto fotovoltaico da 6kW, al costo di circa
10mila euro;
- pompa di calore, al costo di circa 7 mila euro;
- eventuale accumulo, al costo di altri 7 mila euro
circa;
in totale circa 24 mila euro, di cui
una parte (fotovoltaico + accumulo) accede alla detrazione 50% e un'altra parte
(pompa di calore) alla detrazione del 65%.
Questo tipo
di intervento, quando realizzabile, è particolarmente apprezzato per i benefici
economici generati dalla pompa di calore, che permette di abbattere anche i
costi di riscaldamento e offre un tempo di recupero dell'investimento spesso
inferiore ai tre anni.
Rispetto al
caso precedente dove avevamo visto una detrazione di circa 300 euro l'anno,
stavolta la detrazione fiscale risultante è di circa 1.300 euro all'anno per 10
anni. Per poterne usufruire con serenità occorre verificare di avere spazio
fiscale sufficiente.
Gli
installatori, prima di proporti il preventivo, sono soliti realizzare
un'analisi per identificare le configurazioni più vantaggiose nel tuo caso,
indicandoti per ciascuna sia i costi sia la previsione del tuo guadagno nel
corso del tempo.
L'alternativa del superbonus
Il
superbonus prevede nel 2023 la maggior detrazione al 90%. È un incentivo
interessante ma valido solo per alcuni casi specifici.
Per accedere
al superbonus l'impianto fotovoltaico dovrà essere installato insieme a uno dei
cosiddetti “interventi trainanti”, come ad esempio il cappotto termico o una
pompa di calore che sostituisca la tradizionale caldaia.
In più, è
necessario migliorare di due livelli la classe energetica dell'immobile, obiettivo
che richiede una seria analisi iniziale.
Da ultimo,
sfruttando il superbonus 90% rinunci al classico incentivo dello scambio sul
posto che remunera maggiormente l'energia immessa in rete. Proprio per questo
chi installa il fotovoltaico con il superbonus di solito preferisce aggiungere
un accumulatore, che comunque usufruisce della detrazione 90%.
Attenzione: nel caso di un'abitazione unifamiliare, per poter
sfruttare il superbonus occorrono due pesanti requisiti aggiuntivi:
- l'immobile deve essere adibito ad abitazione
principale;
- il reddito del proprietario, con alcuni
aggiustamenti che tengano conto della numerosità del nucleo familiare
(quoziente familiare), non deve superare i 15 mila euro.
A differenza
dei bonus 50% e 65%, la detrazione fiscale del superbonus viene ripartita non
in 10 ma in 4 anni. Immagina ad esempio di essere l'unico proprietario di un
edificio composto da 3 unità immobiliari e che l'importo dei lavori del
superbonus sia di 100 mila euro: l'importo da detrarre (non banale) sarà di
22.500 euro all'anno per 4 anni.
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