Darwin la mente che ha rivoluzionato la nostra concezione naturale del Mondo

Il giorno dopo il bicentenario della nascita di Charles Darwin, celebrato in tutto il mondo da scienziati, leader religiosi, storici, presidenti, ambientalisti e funzionari del turismo, voglio spendere anch'io qualche parolina su uno degli Scienziati più famosi di tutti i tempi. Charles Robert Darwin è stato un biologo, geologo e zoologo britannico, celebre per aver formulato, la teoria dell'evoluzione delle specie animali e vegetali per selezione naturale di mutazioni casuali congenite ereditarie (origine delle specie), e per aver teorizzato la discendenza di tutti i primati (uomo compreso) da un antenato comune (origine dell'uomo). Pubblicò la sua teoria sull'evoluzione delle specie nel libro L'origine delle specie (1859), che è rimasto il suo lavoro più noto. Raccolse molti dei dati su cui basò la sua teoria durante un viaggio intorno al mondo sulla nave HMS Beagle, e in particolare durante la sua sosta alle Isole Galápagos.

Darwin teorizzò che, analogamente alla selezione artificiale operata dall'uomo, anche
in natura dovesse agire un meccanismo simile per effetto di un fattore selettivo che doveva essere individuato nella lotta incessante per la sopravvivenza all'interno di un dato ambiente. Osservando piante e animali Darwin rilevò che due individui di una popolazionesono perfettamente identici: gli organismi differiscono per dimensioni, colori e molti altri caratteri. Lo scienziato iniziò ad intuire che sono in realtà le variazioni, piuttosto che i caratteri acquisiti, a essere trasmesse alla discendenza. Erano le basi della sua teoria della "selezione naturale": un meccanismo, responsabile dei cambiamenti riscontrabili nelle popolazioni, che interviene quando gli individui con le variazioni più favorevoli per un determinato ambiente sopravvivono e trasmettono questi caratteri alla progenie. Darwin concluse che gli organismi che non hanno successo nella competizione per le risorse hanno minori probabilità di sopravvivere in quell'ambiente. Solo gli organismi che sopravvivono possono trasmettere i propri caratteri alla generazione successiva, e dunque in ogni nuova generazione i figli degli individui più adatti saranno più numerosi.

Evoluzionismo e Creazionismo
Dopo la pubblicazione dell'opera di Darwin, l'evoluzione per mezzo della selezione naturale fu discussa e dibattuta ampiamente. Il libro fu fonte di aspre controversie alla sua prima apparizione, poiché esso contraddiceva le allora diffuse teorie "scientifiche" di un intervento divino diretto sulla natura e contrastava con la Creazione vista secondo l'interpretazione letterale del libro della Genesi. Sebbene Darwin fosse sostenuto da alcuni scienziati (tra i quali Thomas Henry Huxley), altri esitarono ad accettare la sua teoria a causa del mancato chiarimento del modo con il quale gli individui potevano trasmettere le loro caratteristiche alla discendenza. Darwin propose una propria teoria dell'eredità per pangenesi, ma essa non era molto convincente. La mancanza di un meccanismo coerente dell'eredità restò uno dei principali punti deboli della teoria darwiniana fino alla riscoperta del lavoro di Gregor Mendel nei primi anni del XX secolo. Si può comunque dire che il maggior merito di Darwin fu quello di aver portato l'idea di evoluzione nell'arena del dibattito scientifico propriamente detto.

Nel 1874, il teologo Charles Hodge accusò Darwin di negare l'esistenza di Dio per aver definito gli esseri umani il risultato di un processo naturale piuttosto che una creazione concepita da Dio. Infatti, la teoria dell'evoluzione si trova in completa contraddizione con le interpretazioni letterarie di molte leggende o storie religiose che narrano di come si sia originata la vita terrestre; quindi, coloro che accettarono questa teoria aumentarono il loro scetticismo nei confronti della Bibbia o di altre fonti religiose. Come indicò Hodge, l'evoluzione non poteva essere intesa come originata da una sorgente divina ed alcuni consideravano Dio una forza meno potente nell'universo. Nel corso della polemica fra Darwin e la chiesa anglicana, Huxley ebbe a dichiarare:

« Preferisco discendere da una scimmia che da un uomo di cultura che ha prostituito il sapere e l'eloquenza al servizio del pregiudizio e della falsità »

(T. H. Huxley)


La teoria di Darwin cambiò negli uomini il modo di vedere se stessi ed il mondo che li circondava. Con l'accettazione che gli umani discendessero dagli animali, diventava palese che anche l'uomo fosse un animale. Il mondo naturale assunse una tinta fosca nelle menti dei più, poiché gli animali selvaggi erano immaginati in perenne stato di competizione gli uni con gli altri. Il mondo fu visto in termini di minore "solidità": siccome molti milioni di anni fa esso era del tutto diverso dall'attuale, fu chiaro a molti che l'impatto dell'uomo sulla Terra non era così grande, e che l'uomo stesso avrebbe potuto estinguersi in un futuro.

Dal 1860 sino agli anni 1930, la teoria dell'evoluzione per selezione naturale di Darwin non fu accettata universalmente dagli scienziati, mentre "qualche forma" di evoluzione era considerata possibile. Numerose teorie evolutive, tra le quali il neodarwinismo, il neolamarckismo, l'ortogenesi e la teoria delle mutazioni furono discusse dagli scienziati all'inizio del XX secolo. Negli anni '30 il lavoro di numerosi biologi, genetisti, statistici e paleontologi portò alla formulazione della cosiddetta Sintesi moderna dell'evoluzione, che fondeva il concetto darwiniano di selezione naturale con la genetica di Mendel.

Attualmente la stragrande maggioranza dei biologi (oltre il 99%), considera che la teoria di Darwin sia fondamentalmente corretta. Nonostante ciò, negli Stati Uniti una parte significativa della popolazione è contraria all'evoluzione a causa di pregiudizi religiosi.

Ecco il film (in Inglese) della BBC sulla vita di Charles Darwin


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