Forti proteste nel mondo delle rinnovabili l’approvazione alla Camera dell’emendamento alla legge Europa 2017 presentato da da 17 deputati del PD che contiene anche limiti per gli incentivi alle rinnovabili.
Ecco cosa prevede l’emendamento: «La produzione di energia elettrica da impianti di potenza nominale fino a un valore, da stabilire coi decreti di cui al comma 5, differenziato sulla base delle caratteristiche delle diverse fonti rinnovabili, comunque non superiore a 5 MW elettrici per gli impianti eolici e a 1 MW elettrico per le altre fonti rinnovabili, ha diritto a un incentivo stabilito sulla base dei seguenti criteri: a) l’incentivo è diversificato per fonte e per scaglioni di potenza, al fine di favorire la riduzione dei costi; b) l’incentivo riconosciuto è quello applicabile alla data di entrata in esercizio sulla base del comma 5; b) al comma 4, lettera c), le parole: “a un contingente di potenza da installare per ciascuna fonte o tipologia di impianto” sono sostituite dalle seguenti: “a contingenti di potenza, anche riferiti a più tecnologie e specifiche categorie di interventi”».
Uno dei firmatari dell’emendamento, Gianluca Benamati, ha detto che «Il sistema di incentivi per gli energivori finora esistente vale circa 1 miliardo, considerando anche la “vecchia” tariffa degressiva (più consumi e meno paghi) bocciata dalla Ue. Le nuove agevolazioni si dovrebbero invece attestare su un valore di circa 1,4 miliardi. A fronte del conseguente impatto redistributivo sulle famiglie e le imprese non energivore l’emendamento però prevede un cuscinetto: le risorse derivanti dal minor fabbisogno relativo alla componente A3 per gli anni 2018-2020 sono destinate, per un minimo del 50% alla riduzione diretta delle tariffe»
Durissimo il presidente del Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica, Giovan Battista Zorzol: «Un regista di film dell’orrore non avrebbe potuto immaginare una trama più appropriata dell’emendamento PD alla Legge Europa 2017, approvato dalla Camera dei deputati a larga maggioranza (291 sì e 56 no), secondo cui almeno la metà dei risparmi derivanti dall’esaurimento degli incentivi alle rinnovabili dovrà essere destinato a una riduzione della stessa A3 di chi, con la bolletta, finanzierà gli sgravi agli energivori, estendendola, rispetto alla prima versione, anche alle piccole e medie imprese. Invece di riformare un meccanismo tariffario, che da troppo tempo penalizza le piccole e medie imprese, favorendo le grandi imprese, si risolve in piccola parte i loro problemi con una regalia a danno della possibilità, finora ribadita da tutte le istituzioni interessate e dalla stessa proposta di Strategia Energetica Nazionale, di riutilizzare le risorse liberate per la promozione di quelle rinnovabili che non hanno ancora raggiunto la competitività. Perfetta la trama del film horror: si punisce chi vuole contrastare il cambiamento climatico a favore di chi, come gli energivori, più di altri contribuiscono a provocarlo».
La pensa così anche Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente: «L’emendamento PD alla legge Europa 2017 approvato ieri, rappresenta una pessima notizia e un grave passo indietro rispetto alle promesse fatte con gli Accordi di Parigi sul clima e il rilancio delle energie pulite. E’ assai grave che mentre il Governo proroga la possibilità di presentare, fino al 31 agosto, le osservazioni alla Strategia energetica nazionale; dall’altra parte si freni la spinta alle rinnovabili e all’efficienza energetica con scelte che vanno in una direzione totalmente contraria e opposta». Zanchini, che sostiene pienamente la posizione del Coordinamento Free, conclude: «Il rischio che appare all’orizzonte è che alla fine di questa legislatura, che ha visto un rallentamento pesante degli investimenti nelle fonti rinnovabili, si arrivi a un ulteriore stop che di certo non fa bene al Paese, alle imprese e al clima. L’Italia ha, invece, bisogno di politiche e azioni coraggiose e coerenti con gli impegni presi a Parigi a partire da un rilancio effettivo delle rinnovabili e dall’eliminazione entro il 2020 di tutti i sussidi alle fonti fossili, che tutt’ora godono di maggiori finanziamenti rispetto alle fonti rinnovabili».
Ecco cosa prevede l’emendamento: «La produzione di energia elettrica da impianti di potenza nominale fino a un valore, da stabilire coi decreti di cui al comma 5, differenziato sulla base delle caratteristiche delle diverse fonti rinnovabili, comunque non superiore a 5 MW elettrici per gli impianti eolici e a 1 MW elettrico per le altre fonti rinnovabili, ha diritto a un incentivo stabilito sulla base dei seguenti criteri: a) l’incentivo è diversificato per fonte e per scaglioni di potenza, al fine di favorire la riduzione dei costi; b) l’incentivo riconosciuto è quello applicabile alla data di entrata in esercizio sulla base del comma 5; b) al comma 4, lettera c), le parole: “a un contingente di potenza da installare per ciascuna fonte o tipologia di impianto” sono sostituite dalle seguenti: “a contingenti di potenza, anche riferiti a più tecnologie e specifiche categorie di interventi”».
Uno dei firmatari dell’emendamento, Gianluca Benamati, ha detto che «Il sistema di incentivi per gli energivori finora esistente vale circa 1 miliardo, considerando anche la “vecchia” tariffa degressiva (più consumi e meno paghi) bocciata dalla Ue. Le nuove agevolazioni si dovrebbero invece attestare su un valore di circa 1,4 miliardi. A fronte del conseguente impatto redistributivo sulle famiglie e le imprese non energivore l’emendamento però prevede un cuscinetto: le risorse derivanti dal minor fabbisogno relativo alla componente A3 per gli anni 2018-2020 sono destinate, per un minimo del 50% alla riduzione diretta delle tariffe»
Durissimo il presidente del Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica, Giovan Battista Zorzol: «Un regista di film dell’orrore non avrebbe potuto immaginare una trama più appropriata dell’emendamento PD alla Legge Europa 2017, approvato dalla Camera dei deputati a larga maggioranza (291 sì e 56 no), secondo cui almeno la metà dei risparmi derivanti dall’esaurimento degli incentivi alle rinnovabili dovrà essere destinato a una riduzione della stessa A3 di chi, con la bolletta, finanzierà gli sgravi agli energivori, estendendola, rispetto alla prima versione, anche alle piccole e medie imprese. Invece di riformare un meccanismo tariffario, che da troppo tempo penalizza le piccole e medie imprese, favorendo le grandi imprese, si risolve in piccola parte i loro problemi con una regalia a danno della possibilità, finora ribadita da tutte le istituzioni interessate e dalla stessa proposta di Strategia Energetica Nazionale, di riutilizzare le risorse liberate per la promozione di quelle rinnovabili che non hanno ancora raggiunto la competitività. Perfetta la trama del film horror: si punisce chi vuole contrastare il cambiamento climatico a favore di chi, come gli energivori, più di altri contribuiscono a provocarlo».
La pensa così anche Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente: «L’emendamento PD alla legge Europa 2017 approvato ieri, rappresenta una pessima notizia e un grave passo indietro rispetto alle promesse fatte con gli Accordi di Parigi sul clima e il rilancio delle energie pulite. E’ assai grave che mentre il Governo proroga la possibilità di presentare, fino al 31 agosto, le osservazioni alla Strategia energetica nazionale; dall’altra parte si freni la spinta alle rinnovabili e all’efficienza energetica con scelte che vanno in una direzione totalmente contraria e opposta». Zanchini, che sostiene pienamente la posizione del Coordinamento Free, conclude: «Il rischio che appare all’orizzonte è che alla fine di questa legislatura, che ha visto un rallentamento pesante degli investimenti nelle fonti rinnovabili, si arrivi a un ulteriore stop che di certo non fa bene al Paese, alle imprese e al clima. L’Italia ha, invece, bisogno di politiche e azioni coraggiose e coerenti con gli impegni presi a Parigi a partire da un rilancio effettivo delle rinnovabili e dall’eliminazione entro il 2020 di tutti i sussidi alle fonti fossili, che tutt’ora godono di maggiori finanziamenti rispetto alle fonti rinnovabili».
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